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Il saggio ruota attorno all'afterlife della cultura vittoriana e propone un'analisi di tre romanzi neo-vittoriani in rapporto alla rappresentazione degli oggetti e alla questione del consumo. Le rivisitazioni dell'Ottocento coinvolgono numerose pratiche culturali contemporanee, dai romanzi storici sino agli adattamenti cinematografici di best-seller dell'epoca, dai musei sino agli heritage sites, tutte accomunate da un'idea del passato come collezione di oggetti. Una lettura attenta sia ai ruoli simbolici svolti dagli oggetti in altre pratiche della cultura pseudo-storicista sia a una diversa concezione del consumo e dell'universo materiale, quella rinvenibile in numerosi resoconti antropologici e sociologici. Emerge la più ampia rete di rapporti tra discorsi, tra il romanzo storico, da un lato, e i discorsi sulla cultura materiale e la cultura della memoria, dall'altro; e si fa luce sulle strategie di differenziazione che alcune pratiche culturali operano nei confronti di altre, nell'ambito della più ampia espansione orizzontale e diffusione popolare del sapere storico e della cultura pseudo-storicista.