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Qui si raccolgono molte voci, sedici interviste dedicate alla musica, che viene evocata, ricordata, pensata, immaginata, progettata, situandosi un attimo dopo, collocandosi un istante prima del fatto musicale. È lecito, quando la voce appartiene al musicista, il dire e il fare sono la sua carne e il suo spirito, la più sonora sconfitta del signor Descartes, che al cospetto del cimento musicale non ha prove d'appello per la sua illuminata separazione tra corpo e mente. Il commento sulla musica disgiunto dalla pratica, invece, è sempre in affanno e la sua condizione non muta quando il suo oggetto non è materia sonora, ma verbale, parole a loro volta dedicate alla musica, come in questo caso: riflessioni ad opera di musicisti. Un largo raggio d'azione che paradossalmente vieta un'ulteriore riflessione sia perché il musicista è l'eccezione che conferma la regola sia a causa della natura stessa della musica.