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In un ospedale di Stoccolma viene ricoverata una giovane donna con orribili ferite. Qualcuno le ha inferto trentacinque frustate sulla schiena. Di lei si sa solo che è lituana, ed è una delle tante "schiave del sesso" che vengono attirate dall'altra sponda del Baltico col miraggio di una vita migliore. Stesso giorno, stesso ospedale: ci sono anche l'ispettore Ewert Grens e il giovane collega Sven Sundkvist. Grens deve sistemare una vecchia questione, più personale che professionale. E quella questione ha un nome e cognome: Jochum Lang, delinquente noto alla polizia per la sua efferatezza quanto per l'abilità nel farla franca. Finalmente Grens ha la possibilità di incastrarlo e di dare un senso a quel dolore che gli toglie il sonno da venticinque anni. Poi, a un tratto, nel seminterrato dell'ospedale scoppia l'inferno. La ragazza lituana, apparentemente in preda a un raptus di follia, si è asserragliata nell'obitorio armata fino ai denti e tiene in ostaggio un medico e quattro studenti. Ha un'unica, inspiegabile richiesta, parlare con Bengt Nordwall. Quel Bengt Nordwall che, oltre a essere un poliziotto modello, è anche amico di Grens. O meglio, l'unico amico che Grens abbia al mondo. Chi merita più protezione? Un poliziotto dall'ottima reputazione o una donna irreparabilmente oltraggiata nella sua dignità? Grens e Sundkvist si troveranno davanti a una verità dal volto orribile e a una scelta che nessuno dovrebbe mai essere costretto a fare.