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Il Natale è prossimo. All'aeroporti di San José, Costarica, un volo per l'Italia viene sospeso e rimandato di tre giorni. Alla giovane protagonista senza nome non resta che rimettersi in macchina con suo padre e ripercorrere di notte il tortuoso tragitto che porta a Limon, al caldo afoso della casa di lui in riva al mare. Cominciano tre giorni fuori dall'ordinario: è un tempo rubato che non è più vacanza, assomiglia alla vita di tutti i giorni. È un tempo prolungato, fatto di confidenze e rivelazioni prima della partenza, di preoccupazioni reciproche, di muta vicinanza, sempre più intima. Lei rivede con occhi nuovi e con un sentimento nuovo i luoghi della sua permanenza, li osserva un po' distante, e riesce ad apprezzarli come mai prima. Il ricordo della sua vita in Italia si fa progressivamente più angoscioso. Oscilla tra due mondi opposti, uno imbevuto di sogno e di sole, l'altro nascosto, forse già ammantato da una coltre di neve. E i ricordi riaffiorano, si avvicendano: le estati dell'infanzia a Pietra Ligure tra bagni, sagre e cene in trattoria, le gite e le serate sprecate davanti ai videogiochi, il primo viaggio da sola in Costa Rica per raggiungere il padre dopo quattro anni di lontananza, fino a quello più recente, doloroso, della convivenza forzata con la madre e un fidanzato di vent'anni più giovane, in un'opprimente mansarda milanese. In un continuo intrecciarsi di presente e passato l'autrice narra in prima persona questo suo viaggio a ritroso.