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Unico figlio maschio dell'avvocato Rinaldi Torres, ricco e potente borghese completamente dedito al raggiungimento della perfezione per sé e per la sua famiglia, Aldo cresce nel deserto affettivo del narcisismo paterno. Adolescente insicuro e nevrotico, cova l'odio verso il "babbo" fino al compimento della sua vendetta. Dopo di che scopre di essere libero. Sparisce dalla circolazione, decide di non parlare più e sceglie la vita di strada. Lo ritroviamo vent'anni dopo nel Consultorio dove lavora Giovanni Battantier, psichiatra, ossessionato dalla figura di questo barbone di cui nessuno conosce l'identità e che gli abitanti del quartiere chiamano Colonnello. Giovanni intuisce che l'uomo non è muto anche se non parla, ed è questa intuizione a salvarlo dalle proprie fragilità e paure. Grazie ai suoi pazienti che durante le sedute di analisi lo obbligano al coraggio del delirio e a una coppia di amici veri che lo confortano con il loro appoggio incondizionato, resiste e si rende disponibile agli altri. È allora che l'ossessione per il Colonnello svanisce e qualcosa comincia a cambiare. Romanzo d'esordio di Antonio Leotti, scrittore per il cinema, è un lungo e articolato racconto sulla psicanalisi e dentro la psicanalisi, nel cui flusso prendono vigore una foga a tratti infantile, una ribellione necessaria, un disgusto indisciplinato per gli apparati del potere, mentre la scrittura procede per immagini e incursioni nel profondo.