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Le memorie di Aldo Lucchini offrono un prezioso spaccato dell'esperienza dei circa 650 mila ufficiali e soldati che, catturati dai tedeschi, nonostante i ricatti e le minacce subite, rifiutarono in massa il fascismo, la sua guerra e la sua nuova forma istituzionale della Repubblica Sociale Italiana. Questi militari pagarono il loro "no" con la deportazione nel Reich e circa venti mesi di prigionia e lavoro coatto nei Lager nazisti, non come prigionieri di guerra ma con la qualifica di Internati Militari Italiani, voluta da Hitler e sconosciuta al diritto internazionale (e quindi non soggetta alle sue tutele). Una vicenda individuale che - per la drammaticità e durezza della detenzione nel sistema concentrazionario nazista, la difficoltà delle scelte compiute e il loro valore di autentica resistenza - ci restituisce una fotografia assai nitida di quel particolare momento storico e del sacrificio di una intera generazione di italiani, affrontato per la rinascita della Patria , dopo il fascismo e la dittatura.