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Se fu "Fanny Hill" a consegnare alla fama letteraria il nome di John Cleland, a rendere giustizia ai suoi meriti di romanziere degno della prestigiosa tradizione narrativa inglese del '700 è l'opera, inedita per l'Italia, che qui si propone: "Gli amori di un damerino" del 1751. Il romanzo narra in prima persona la parabola della formazione sentimentale di William Delamore, giovane e ricco baronetto il quale, dopo la prima coinvolgente esperienza di innamoramento platonico per la bella Lydia, decide di colmare il vuoto lasciategli dalla misteriosa scomparsa di costei, facendo strage di cuori (e corpi) femminili, immolati sull'altare di uno sfrenato narcisismo. Sul suo percorso di caccia si alternano figure quanto mai varie e singolari: maliarde, sgualdrine, maitresse, le cui fisionomie e dimore psicologiche e comportamentali vengono ritratte con impietosa precisione e spumeggiante senso dell'umorismo nel loro habitat storico-sociale, che è quello dei salotti, dei teatri, dei bordelli, delle feste in maschera dell'alta aristocrazia inglese. La carrellata delle avventure galanti, sostenuta da un ritmo narrativo che cattura il lettore, si conclude con la ricomparsa di Lydia, dando luogo a un finale a sorpresa: segno anche questo di un intelligente e originale uso delle tecniche narrative.