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La vita è legata anche al tempo e al modo di stare dell'uomo nel mondo. La malattia è una zona di solitudine che può diventare assoluta quando ci si avvia a morire. La morte non è più un evento comunitario, si è sempre più soli, e spesso in ospedale. Il medico conosce la morte e al momento opportuno aiuta a giungervi in maniera serena. Egli infonde la speranza ma sa anche avvolgere il paziente, nel tempo ultimo, col pallium, che difende dalle paure. Le cure di fine vita, infatti, cercano di mantenere vivo l'insieme delle relazioni tra gli uomini, anche quando l'attiva partecipazione alle cose del mondo si è conclusa, il processo decisionale ha avuto termine e gli uomini vivono per la responsabilità e l'umanità di chi, dopo averli curati, si prende cura di essi. Il libro riflette le esperienze di un medico che dal 1963 si dedica agli ammalati in dialisi, persone oltre la vita, molto fragili, gravate da molte perdite e diverse dipendenze, per cui ogni giorno diventano sempre meno. Prefazione di Francesco Paolo Casavola. Postfazione di Roleslaw Rutkowski.