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Da Aristotele, che ne fu l'inventore, fino alle teorizzazioni più recenti: è questo un viaggio veloce, per capitoli essenziali, intorno al concetto di poetica, che conosce nei secoli fortune alterne tra allargamento e riduzione delle sue proprietà e dei suoi ambiti di pertinenza, tra la possibilità di sostituire a pieno titolo la filosofia dell'arte e il declassamento a manuale di regole per pronti usi di scrittura. L'obiettivo a cui finalmente si tende è quello di rivendicare la necessità della poetica e di auspicarne il rilancio: ciò che implica una sua distinzione funzionale dall'estetica e dalla teoria della letteratura e ciò che richiede che il testo sia ricollocato al centro, punto di raccordo storicamente determinato e crocevia, dai ricchi traffici di significati, della comunicazione letteraria. La poetica, così, sembra potersi pensare utilmente, con suoi ruoli attivi, tanto dalla parte della produzione quanto dalla parte della lettura o interpretazione delle opere di letteratura, di questa e di quella rendendosi strumento cooperante per una pratica consapevole, per una declinazione sociale, per un uso civile. Di cui oggi si avverte fortissimo il bisogno.