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Nell'Italia postunitaria Napoli si rivela un'autentica capitale della traduzione, laboratorio di giornalisti e scrittori impegnati in una originale ricerca di mediazione tra avanguardie straniere e tradizioni proprie, e nello stesso tempo tra cultura scritta delle élites intellettuali e cultura orale dei ceti subalterni. Nel ricostruire i circuiti e le dinamiche di tale complesso sistema letterario, questo libro fornisce la mappa di quella che può dirsi la civiltà napoletana dei traduttori.