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"La sollecitazione a redigere questo lavoro mi è venuta dal direttore della collana, Ugo Piscopo, e si è poi rafforzata quando mi è capitato tra le mani un volume di un vecchio economista agrario, Vincenzo Rivera, che agli inizi del secolo scorso aveva ricevuto mandato da Giustino Fortunato a svolgere un'inchiesta 'sul più fruttuoso impiego del suolo in Puglia'. Nella prefazione al volume egli - che non era pugliese, ma aveva trascorso molto tempo nella regione - scrive di essere stato indotto ad accettare l'incarico dalla sua lunga permanenza nella 'capitale Pugliese, dove ha avuto tante occasioni di attenuare la sua sete di curiosità e la sua passione ardente per i problemi solenni di questa terra del sud d'Italia'. Io, che in Puglia sono nato ed ho vissuto fino alla conclusione degli studi liceali, mi sono accinto a rivangare nei miei ricordi e a riorganizzare, aggiornandolo, qualche spunto di riflessione tratto dalle mie ricerche sulla regione e sul Mezzogiorno in genere. E, convinto come lui delle notevoli potenzialità che la Puglia racchiude nelle sue risorse naturali ed umane, concludo con le sue stesse parole: 'A me basta aver fatto rilevare, non importa se con nuovi argomenti o riunendo insieme constatazioni e rilievi già da altri fatti, che luce esiste nelle prospettive di rinascenza delta Apulia siticulosa e che devesi raccogliere questo fascio, ingrossarlo, valorizzarlo da chi può e deve'" (V. Rivera, L'oro di Puglia, Firenze 1928, pp. 9-11).