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Kipling ha scritto su Napoli. O meglio, ne ha dettato le impressioni di viaggio a una medium che, a sua volta, ha trasmesso questo tesoro di letteratura a un gruppo di spiritisti, attendibili in quanto docenti universitari. Risultato: una sorta di diario napoletano a firma del Premio Nobel per la letteratura nel 1907. In questo testo, unico nel suo genere, Kipling riporta le impressioni sulla città, visitata in un periodo molto vicino ai giorni nostri, e gli inevitabili aneddoti e incontri con uomini straordinari che un viaggiatore scaltro come lui ha potuto vivere. Con il suo solito stile ironico, ci narra episodi esilaranti, come quello di una elefantessa in giro per Santa Lucia, e riesce a cogliere l'immagine di una città assurda quanto si vuole, ma la cui particolarità rimane comunque un punto di forza in un mondo sempre più piatto e privo di identità.