Tab Article
Stirner è stato relegato ai margini della storia del pensiero per le sue tesi estreme e 'socialmente pericolose'. A lui si sono ispirati gli anarchici, benché egli non si sia mai proposto obiettivi diretti di mutamento sociale. La sua rivolta esistenziale costituisce però indubbiamente la base di un modo 'anarchico' di costruire le relazioni sociali. I saggi aiutano a collocare l'autore all'interno del dibattito sull'umanesimo che si sviluppò negli anni '40 dell'Ottocento; avanzano la tesi paradossale di una possibile integrazione del suo messaggio con quello del suo più fiero antagonista, Feuerbach; mettono in luce pregi e limiti della critica marxiana; suggeriscono inediti accostamenti tra il radicale nominalismo dell'autore e le concezioni sociali di pensatori quali Simmel, Landauer e Buber, che nella ricerca di autenticità vedono una via preliminare di purificazione da falsi idoli. L'unico, proclamato da Stirner "non-uomo", non è dunque un mostro. Ma per ristabilire la solidarietà con gli altri occorrerebbe ammettere che gli elementi comuni che egli condivide con altri non cessano di essere comuni per il fatto di essere espressi in un modo incomparabile.