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Il Mezzogiorno d'Italia è ancora assai spesso visto come un'"isola antropologica", che solo il braccio di mare di una "grande cultura" collega alla storia europea. La realtà è ben più complessa sia per il Mezzogiorno che per l'Europa. La specificità del Mezzogiorno è indubbia, e la si coglie subito nel tipo dei suoi insediamenti sul territorio, nei suoi culti e nelle sue devozioni, nel colore e nel rumore delle sue feste, in credenze come la iettatura e il malocchio, nei suoi comportamenti familiari e sociali. Perfino i pregiudizi aiutano a capire questa specificità, per cui prima di respingerli occorre coglierne il motivo di verità. Tuttavia, la particolarità meridionale si è sempre fondata e sviluppata nel quadro della storia d'Europa; e, a sua volta, l'Europa è ben lontana dal presentare il volto unitario di un'antropologia tutta diversa da quella del Mezzogiorno. Ovunque l'Europa della ragione e della sua luce è unita e convive con l'Europa della tradizione e delle ombre del passato; e il profilo antropologico del Mezzogiorno corrisponde appieno, a suo modo, a quello di quest'altra Europa. Infine, il libro intende mostrare tutta la storicità, in chiave europea, del profilo antropologico meridionale, cogliendone i sintomi anche negli anni più recenti.