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"Ciccardini osserva, cerca di documentarsi, e fruga tra libri di autori locali dimenticati, scritti in un italiano desueto, ma ricchi di dati e di notizie che diventano, per lui, materia ghiotta di riflessione e di scorribande storiche, sempre e comunque pertinenti. [...] Attirato dalle vicende della Repubblica marinara, ci offre pagine dove, accanto a riferimenti storici, si mescolano fulminanti osservazioni, pie leggende spiegate nella loro genesi, e il racconto dei monaci e delle famiglie che hanno fatto la storia di questa terra. Ma è il mare l'orizzonte degli abitanti di queste contrade. Ciccardini ne descrive le sorti, con lo stile di chi compone un libretto d'opera, e, con autoironia, ricostruisce una storia drammatica ed interessante. È il suo modo originale di guardare alla storia e di costruire il suo racconto, nel quale incalzanti sono gli interrogativi su ciò che poteva essere e non è stato." (dalla prefazione di Gerardo Bianco)