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"Per sette ore, anche in un corpo massacrato, può sopravvivere ancora il pensiero. Il testo è ricco di motivi, di personaggi, di situazioni, di stati d'animo, di argomenti di vita, di considerazioni pratiche, di metafore, di osservazioni personali, di riflessioni teoriche che talvolta appaiono quasi degli aforismi. Quello che ho detto finora potrebbe far pensare che questo lavoro si configuri come un "monologo interiore", per usare una nota espressione letteraria; ma non è così, perché il personaggio vive, anche se "soltanto di pensiero", come dice lui stesso, un ininterrotto rapporto con la realtà. E si tratta spesso di una realtà non soltanto "sua", ma di quella realtà che si vive oggi collettivamente nel mondo: così che le vicende drammatiche, le guerriglie, vissute dal fotoreporter in prima persona riescono peraltro a legare la sua vita all'attualità. Un'ultima notazione va fatta sulla qualità formale della scrittura, apparentemente disinvolta ma consapevolmente controllata; e, pur nella sua piacevole scorrevolezza, sempre intensamente comunicativa." (dalla prefeazione di teresa Pugliatti)