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Per l'autore viaggiare è stato per molti anni un mestiere; mestiere, l'inviato speciale, che del presente libro è però - come lui dice - solo un "padre putativo": infatti i coriandoli di appunti che durante i tempi morti delle missioni ufficiali gli inviati qualche volta prendevano non avevano niente a che fare con il motivo per il quale i giornali li avevano inviati. In quei viaggi si perdeva un sacco di tempo: dopo aver studiato chili di documenti ed aver mandato i loro pezzi in attesa del prossimo avvenimento gli inviati conoscevano molta gente e si imbattevano in storie impreviste e straordinarie. Delle missioni "legali" questo libro di Savignano è figlio quasi illegittimo, ma certo più divertente. Di alcune delle storie l'autore è stato testimone, altre gli sono state riferite dalle persone coinvolte, o sono successe a lui stesso. Qualcuna rischia l'incredulità o il dejà vu, ma nessuna è inventata. Gli stili delle narrazioni sono stati imposti dalle aure dei protagonisti, delle circostanze, dei luoghi nei quali gli accadimenti prendevano corpo, e sogno.