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Napoli celebra la festa della Madonna del Carmine. Carmelina Quagliarulo, detta "a cuzzechella", scorge tra la folla una figura ben nota: Pulcinella. Ma costui non è un uomo che indossa la maschera del personaggio, ma Pulcinella stesso, deciso a mostrarsi finalmente ai napoletani. Napoli ora più che mai è la sua città: allergica ad ogni regola, cinica, perduta nell'illegalità, fiera del proprio disordine e della propria "diversità". A questo "eroe" ritrovato Napoli prepara clamorosi festeggiamenti. Alla generale esaltazione si sottraggono un giovane magistrato e tre studenti ribelli: i quattro vedono in Pulcinella il simbolo del deterioramento della città, e se un simbolo, come sostiene Platone, "è l' uno composto da due", allora è necessario compiere un atto liberatorio e salvifico: uccidere Pulcinella.