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Argentino di nascita, italiano di discendenza, la storia di Diego Milito è la storia di un calciatore che appartiene a due continenti. Se i nonni erano partiti da Terranova di Sibari, provincia di Cosenza, per cercare fortuna in Sud America, lui, al contrario, la sua fortuna l'ha cercata e trovata in Italia. Arrivato con un bel carico di speranze, è riuscito nel Paese delle origini a raggiungere gli obiettivi più ambiziosi. Dagli esordi nel Racing Avellaneda che, dopo 35 anni di astinenza, conquisterà il titolo, al trasferimento al Genoa, grazie alla felice intuizione di Enrico Preziosi. La revoca della promozione in A della squadra ligure, per una storia di tangenti, aprirà al calciatore la parentesi spagnola. Nel Saragozza, in un alternarsi di successi e delusioni, riaffiorerà il vecchio dualismo con il fratello Gabriel, difensore del Barcelona. Ma sarà l'Italia il punto d'arrivo della sua definitiva maturazione e consacrazione. Infatti, dopo un breve ritorno al Genoa, vivrà da protagonista assoluto la grande avventura dell'Inter di Mourinho affamata di titoli: la Coppa Italia, con un suo gol in finale allo stadio Olimpico contro la Roma; lo scudetto, conquistato all'ultima giornata contro il Siena, ancora per merito suo; la Champions League, infine, che l'argentino sigillerà in finale con due reti e che varranno alla Beneamata la conquista del trofeo più prestigioso dopo 45 anni.