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"Ogni giorno, a ogni nota, esercitarsi è sempre lo stesso compito, è il gesto essenziale dell'essere umano: aspirare a un ideale, alla grandiosità di ciò che desideri, e sentirlo scivolare tra le dita". Glenn Kurtz, dopo un promettente esordio da concertista, sceglie di abbandonare il professionismo, appende la chitarra al chiodo e cambia mestiere. Ma l'abbandono della musica lo segna profondamente, quasi fosse la fine di un amore importante, finché, a distanza di anni, non decide di ricominciare. Ritrova allora il contatto intimo con il suo strumento, con le corde e con il legno vivo, con quell'attività che pone il musicista al centro di un campo di vibrazioni di inesplicabile potenza, capaci di sollevare, di fondere, di superare barriere fìsiche e psicologiche. E ritrova soprattutto il rito quotidiano, durissimo e gratificante insieme, della pratica strumentale: lo studio, ciò che significa, il modo peculiare con cui plasma lo spirito e il cuore. Perché c'è, nell'esercizio incessante che la padronanza di uno strumento esige, qualcosa di segreto e forse di ineffabile, la vera ragione per cui un giovane di talento decide di dedicarsi a una vita incerta, costellata di sacrifìci. "Suite per chitarra sola" è il diario di un ritorno alla vita, e insieme una dichiarazione d'amore non solo per la chitarra, con la sua storia e il suo repertorio, ma per l'atto stesso di coltivare uno strumento musicale.