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Giunto è ormai Dante alla visione, attraverso l'itinerario della mente a Dio, e nel Paradiso, per aver cercato le cose di lassù sulle orme di s. Paolo, partecipa della felicità celeste nel tripudio degli angeli e dei santi, inneggianti alla Maestà Divina. L'amore umano nutrito per Beatrice, ritrovata beata, nel Regno dei Cieli, è diventato intanto Amor divino. L'amore/carità qui cantato è motivo di gioia per il poeta, che nel gran mar dell'essere ha saputo tener la rotta verso la verità e la luce del Regno di Dio. Il quale viene senza clamori, "perché il Regno di Dio è in mezzo a voi" evangelicamente. La tensione dialettica cielo/terra che attraversa il Paradiso dantesco dice che la beatitudine del cielo comincia sulla terra, ed è aspirazione, impegno e desiderio che si fa visione.