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Quanto di essenziale, in realtà, alimenta la suggestione di un'iconografia costruita con artifici sorvegliati, l'incanto di una natura edenica ospitante, talvolta, minuscole figure umane o docili animali, appartiene a una riflessione estetica incentrata sul mito della bellezza secondo principi antichi. Tanto che, nelle misurate quanto ricorrenti citazioni che Cargiolli usa disseminare per sottolineare i propri riferimenti elettivi, è interessante prima scorgere e poi decifrare un codice, anche narrativo, costituito da simboli apertamente allusivi. La pittura, in questo senso, consente fantastiche escursioni: da Ciotto a Simone Martini, da Piero della Francesca a Volterrano, sino a incontrare la metafisica di de Chirico, la stagione classicista di Picasso e Carrà, il realismo magico di uno straordinario protagonista, curiosamente mai posto in relazione con il pittore di Carrara, ovvero Antonio Donghi. (Giovanni Faccenda)