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Nella silloge "Finzioni", con un linguaggio crudo e con costanti richiami ad una feroce critica al mondo odierno sempre più violento, sempre più indifferente, Simone Bergamaschi mette in evidenza il desolante spettacolo. La facilità con la quale Simone Bergamaschi riporta la condizione umana fa da contrasto con il nucleo estremamente complesso delle sue composizioni: a volte, il tempo pare come "congelato" in un luogo che inganna gli occhi, il senso dell'esistere quasi assorbito dall'inutilità dei "giorni divorati dal silenzio", a contemplare la "tristezza", e poi le contraddizioni da affrontare e "la confusione che deve svanire dal cuore"...