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L'esperienza quotidiana di ognuno di noi, non meno delle statistiche, ci dice che la famiglia italiana e profondamente mutata e si è diversificata: la famiglia tradizionale non è più proponibile come modello universale. Eppure il dibattito pubblico continua ad avvitarsi su un terreno tutto ideologico che vede, da un lato, la rivendicazione conservatrice del ruolo della famiglia come contrapposta alle richieste di diritti civili degli omosessuali o alla pratica della procreazione assistita; e dall'altro una retorica che lamenta la "crisi della famiglia", soffocata da un mondo materialista. L'intento degli autori è dunque esporre e difendere una visione non ideologica della famiglia che ne valorizzi fortemente il ruolo morale e sociale, e ne riaffermi l'importanza non solo per il mondo cattolico. La cultura laica e democratica deve infatti superare l'ostilità per la famiglia, riconoscendone l'insostituibile ruolo nella formazione degli individui e dei cittadini. Come molti filosofi e scienziati sociali (da Hegel a Talcott Parsons, da Mead a Rawls, a Nussbaum) hanno sottolineato, i legami affettivi sono propri delle relazioni familiari e sono essenziali per produrre una personalità armonica e favorire la fiducia nel prossimo, nonché indispensabili per la cooperazione sociale. E, d'altra parte, neppure la critica femminista ha mai negato l'importanza della famiglia e degli affetti familiari, che sono anzi un luogo privilegiato dell'etica delle donne.