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Atar-Gull è un mastodontico indigeno dei Namaqua, una tribù di antropofagi dell'Africa del Sud. Fatto prigioniero da una tribù nemica, diviene oggetto di un'interminabile trafila di compravendite a opera di pirati e gentiluomini dalla pelle bianca, che di mano in mano e di nave in nave lo porteranno fino in Giamaica alle dipendenze di un ricco colono, Monsieur Wil, ultimo dei suoi padroni. Presso di lui, Atar-Gull, omone nero dall'aria incredibilmente pacifica e sottomessa, ma capace di dissimulare il ribollire di un animo inquieto, comincerà a mettere in atto una meticolosa, tanto spietata quanto insospettata, vendetta, che finirà per distruggere Monsieur Wil, il suo patrimonio e tutta la sua famiglia. E ad amaro suggello dell'impresa, giungerà l'onorificenza che in Francia gli verrà assegnata alla morte del padrone avvenuta all'apparenza per cause naturali - proprio grazie alla sua fedeltà e dedizione. Apparso nel 1831, il romanzo di Eugène Sue suscitò subito grande scalpore. La sua miscela di audacia drammatica e di sarcasmo, di patetico e di tragico, costituiva il più smaccato sovvertimento del mito del buon selvaggio e al tempo stesso la più ferma denuncia dell'ipocrisia e del paternalismo europei.