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Tra la seconda metà del Cinquecento e i primi del Seicento Napoli divenne una delle più popolose capitali d'Europa e una città nella quale il ritmo di vita della maggior parte della popolazione era scandito dal lavoro della seta. Brulicante di filatoi, botteghe di setaioli, "tinte", tessitorie, fondaci di mercanti, di stranieri e di attività finanziarie e commerciali, la città cambiò in quel periodo il suo volto anche dal punto di vista urbanistico. Con oltre 250.000 abitanti, entrò a pieno titolo, accanto a Firenze, Genova, Venezia e Bologna, nel novero dei grandi centri italiani della seta. Frutto dell'analisi di numerosissime e in gran parte inesplorate fonti d'archivio e dell'elaborazione di una notevole mole di dati quantitativi, queste pagine tracciano le dinamiche di lungo periodo della storia dell'industria serica a Napoli dalle origini al XVIII secolo, ricostruendo le dimensioni dell'attività produttiva e il complesso di interessi sia pubblici che privati che si strutturarono intorno al "mondo" della seta, la cui lavorazione ebbe un peso rilevante nell'economia dell'intero Regno. L'individuazione dei fattori che determinarono prima la crescita e il successo e più tardi la crisi e il declino dell'industria, l'analisi della struttura e dell'evoluzione del mercato, gli esiti occupazionali e la ricostruzione dei quantitativi di seta lavorata nella città, nonché la produzione nel Regno di Napoli e le relative esportazioni, sono soltanto alcuni degli aspetti affrontati nel volume.