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Fra il 28 ottobre 1958, data dell'elezione di papa Giovanni XXIII, e il 3 giugno 1963, data della sua morte improvvisa, l'universo cattolico venne illuminato da un susseguirsi di aperture destinate a incidere radicalmente sul modo di pensare e di vivere dei credenti, ma non solo: cambiarono i rapporti fra gerarchie e clero e fra clero e laici, la dottrina e la pastorale della Chiesa in materia di liturgia e sacramenti; negli stessi anni si modificarono d'un tratto i parametri della vita coniugale e della procreazione responsabile, gli spazi della sessualità, i criteri dell'educazione dei figli. Cambiò anche il rapporto fra Chiesa e mondo, ivi compresa la decisiva distinzione fra l'errore e l'errante, fra ciò che la Chiesa deve condannare e ciò che può perdonare. Il Concilio Vaticano II fu il grande evento ecclesiale cui spettò di liberare le energie per un rinnovamento che aveva i tratti di una palingenesi. Al centro di questo soffio riformatore, un uomo, Angelo Roncalli, universalmente conosciuto come il "papa buono". In realtà Roncalli si rivelò in possesso di una raffinata competenza nelle mediazioni politiche, un uomo che sapeva vedere oltre gli orizzonti contingenti, individuando e suggerendo nei "segni dei tempi" i nuovi fondamentali passaggi che attendevano la Chiesa pellegrina sulla Terra.