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L'inizio del terzo millennio sancisce il tramonto del Pil, e cioè dell'indicatore della ricchezza prodotta da un paese, come unico e solo parametro per misurare la salute di una società. Già da qualche tempo, gli studiosi segnalano la necessità di rompere gli steccati che separano l'economia dalle scienze dell'ambiente e di approfondire ogni possibile integrazione tra l'organizzazione economica, e le politiche ambientali e sociali, al fine di realizzare una piena sostenibilità. In effetti, le condizioni in cui versano il pianeta, gli ecosistemi, le risorse naturali e parte della popolazione umana, fanno pensare alla fallacia della crescita economica come unica soluzione dei problemi delle nostre società. Lo scopo del libro è mettere in evidenza la radice ambientale dell'economia e riaffermare i fondamenti biofisici e termodinamici della vita. Il libro introduce e descrive la metodologia di un nuovo indicatore economico della sostenibilità (ISEW), che fu proposta per la prima volta da Herman Daly e John Cobb nel 1989, allo scopo di integrare l'informazione contenuta nel PIL. Partendo dal livello dei consumi, essi proposero alcuni aggiustamenti per tenere conto di questioni sociali (tipo di urbanizzazione, pendolarismo, spese per sanità ed istruzione) e problematiche ambientali (costi dell'inquinamento, danni ambientali di lungo periodo, esaurimento delle risorse). Il testo dimostra la praticabilità del calcolo dell'Isew attraverso alcuni casi di sua concreta applicazione.