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In queste pagine l'autrice traccia un percorso lungo un secolo, che prende le mosse da quest'ottica: la rilettura di Mallarmé, Valéry e Proust, una volta dismesso il canone critico che ne ha fatto rispettivamente il capostipite del movimento simbolista, lo sperimentatore solitario nonché "maitre-a-pensar" del tempo, e il cantore di una classe in via di estinzione. L'autrice si concentra piuttosto su ciò che le loro opere sono tuttora: un'interrogazione ardita del linguaggio poetico che schiude nuove interpretazioni dei fondamenti universali, per Mallarmé; una meditazione ostinata sulle esperienze-limite, sull'"altro stato" del pensiero per Valéry; un'esplorazione dell'inconscio con gli strumenti della letteratura, per Proust.