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«Alla presunzione della filosofia, che vuole tutto spiegare, Fagioli risponde con la contraddittoria dialettica di una poesia, che vuole invertire le consuete categorie epistemologiche, proclamando il valore del sentire prima di quello del capire. [...] E la poesia, sempre più consapevole e matura, rappresenta la complice frontiera di quella psicoanalitica "inconsapevolezza", che governa il nostro destino. E bisogna dare atto a Fagioli di una strutturalità sempre più avvertita, la quale, più che canalizzare le proprie emozioni in spartiti danteschi, sospesi tra Inferno e Paradiso, intende, in qualche modo, offrire al lettore una guida per orientarsi (o disorientarsi) alla ricerca di una via, se non di salvezza, di sopravvivenza.» (dalla prefazione di Francesco D'Episcopo)