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Ha quattro ruote e un motore, il mostro di Trafficopoli. In grado di assumere vesti e dimensioni diverse, può sovrastarti minaccioso o subdolamente scodinzolarti al fianco. Onnivoro, divora le piazze, scorre nelle arterie, s'incunea nei vicoli, appestando l'aria. Mentre le amministrazioni propongono soluzioni inadeguate ai problemi di mobilità e inquinamento, la resistenza è affidata all'impegno altalenante di pochi volonterosi pedalatori. Sono organizzati in gruppi che operano alla luce del sole, come i Nouvelle Velo, o in segrete conventicole che orchestrano spedizioni punitive notturne, come le temibili Madri di Biciclette. Predicatori nel deserto, o impacciate giustiziere, il loro operato sembra destinato comunque a rimanere la testimonianza di una frangia emarginata, finché l'utopista Asfalto non percepisce che il momento è giunto di dare l'assalto al cielo. L'utopia della società sostenibile diviene realtà in movimento, pratica dell'obbiettivo, cuore e cervello di candidi eroi quotidiani.