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È un giudizio diffuso quello secondo cui il petrarchismo lirico cinquecentesco sarebbe solo un sinonimo di noia, di passiva acquiescenza al grande poeta scelto a modello, di assenza d'ogni originalità e vera interiorità. Tale è il giudizio formatosi su di esso nel secondo Settecento e nell'Ottocento; e che, a dispetto di non poche successive e felici pagine critiche, continua a prevalere tra i lettori di poesia. Un involontario supporto recano a quel giudizio più recenti interpretazioni volte a circoscrivere il fenomeno entro un perimetro meramente sociologico o storico-culturale. Alcune linee di lettura del petrarchismo lirico del XVI secolo si propongono o ripropongono qui, accanto a pagine dedicate alle liriche di Torquato Tasso (che meglio d'altre segnano il passaggio a un nuovo gusto, ad altri orientamenti); a uno degli episodi-chiave della Gerusalemme liberata; e all'attribuzione e collocazione culturale di un importante dialogo critico, posto all'insegna dello stesso Tasso e dedicato alla poesia di Giovanni Della Casa.