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Attraverso esempi clinici di straordinaria ricchezza, il grande psicoanalista Thomas Ogden mostra come differenti modalità di pensiero possano promuovere o ostacolare il lavoro analitico. Grazie a uno stile unico di "lettura creativa", l'autore prende le mosse dal lavoro di Winnicott e Bion per trattare la questione dell'universalità della vita non vissuta e di come questa possa essere riconquistata nell'esperienza dell'analisi. Ogden affronta le molte interazioni tra verità e cambiamento psichico, l'effetto trasformativo degli sforzi, consci e inconsci, di confrontarsi con la verità dell'esperienza e il modo in cui gli psicoanalisti possono comprendere la propria evoluzione psichica e quella dei loro pazienti. "Vite non vissute" traccia una nuova via che gli analisti possono percorrere per utilizzare la nozione di verità nel lavoro clinico, così come nella lettura psicoanalitica delle opere di Kafka e Borges. Per questo sarà di grande interesse per gli psicoanalisti e gli psicoterapeuti di orientamento psicoanalitico, ma anche per tutti coloro che sono interessati alla letteratura psicoanalitica.