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"Hegel è il mio eroe tra i filosofi, e non posso mai pensare alla sua giustificazione della proprietà privata come il giungere alla coscienza dell'io libero senza visitare la cantina per trovarne una conferma istantanea ", per esempio un Chianti classico di Vignamaggio, "dove nacque la Monna Lisa di Leonardo". Ma se invece vi tocca qualche volume di Tommaso d'Aquino, resistete piuttosto con quel "Montepulciano d'ogni vino re" celebrato a suo tempo da Francesco Redi. Peggio ancora se vi imbattete nel "gergo'' insopportabile di Husserl, affidatevi al più forte sturabudella che avete! Insomma, c'è una bevanda per ogni filosofo, dall'acqua fresca al vino spumeggiante, e a quest'ultimo vanno prevalentemente le simpatie di Roger Scruton in questo libro ancor più provocatorio del solito. Il suo è un ironico omaggio al dono di Bacco e anche alle trappole della metafisica - ben lontano dall'irritante prolissità con cui i cosiddetti esperti scrivono di vino e di generi affini, ma attento alla dialettica della storia che nei secoli ha unito vino e civiltà.