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La patologia mentale non come "patologia dello psicologico" ma come "psicologia del patologico". È questo il progetto di un volume che si collega alle grandi tradizioni della psicopatologia fenomenologica e della psicoanalisi. Anche nei disturbi mentali più gravi è possibile recuperare una dimensione psicologica. Al centro dell'attenzione va posta l'esplorazione della soggettività, la conoscenza delle esperienze in prima persona dei pazienti, di ciò che sono in grado di raccontare su quanto affiora alla loro coscienza. Ma anche di come affiora alla loro coscienza. Di fronte a una patologia non ci si deve chiedere "cos'ha" quel paziente, ma "come" il paziente vive il fenomeno clinico. Primo dovere del clinico è ascoltare ciò che il paziente ha da dire, non lasciare senza risposta la domanda di senso implicita in ogni discorso, per quanto frammentato esso sia. A partire dalla definizione della psicologia clinica, dei suoi ambiti applicativi, gli autori mettono a fuoco alcuni fenomeni che fanno parte dell'esistenza umana conflitto, trauma, umore, coscienza -, consentendo di andare oltre una clinica sempre più povera di ipotesi e di riflessioni utili a un percorso terapeutico.