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L'opera è la prosecuzione ideale di "I greco-corsi che vennero in Sardegna", dello stesso autore (EDES 2019), nella quale si descrivono le peripezie dei greci del clan Stephanopoulos che nel 1675 lasciarono Mani, nel Peloponneso, di fronte al pericolo dell'invasione turca, per arrivare infine in Sardegna a Montresta. In questo volume viene fatta luce sulle figure e sul destino dei fondatori e delle loro famiglie. Un manipolo di coraggiosi che dovettero edificare le case, disboscare, coltivare, oppressi dalla malaria e altre malattie, dalla durezza della vita contadina, dalla miseria, e dovendo fronteggiare anche l'ostilità dei nobili e dei pastori di Bosa. Alcuni morirono, altri fuggirono in Corsica, e la colonia rischiò varie volte l'estinzione. Arrivò quasi allo spopolamento totale e si salvò solo con l'innesto in varie riprese di famiglie sarde. L'integrazione fu completa e oggi fra la popolazione di Montresta molti possono vantare una discendenza greca. Il volume è corredato da ampia documentazione originale, con la trascrizione di una serie di documenti d'archivio in gran parte inediti e delle genealogie delle famiglie di discendenza greco-corsa.