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Cerveteri, anticamente denominata Cere, è una delle più importanti città etrusche e la sua necropoli è nota per la grandiosità e suggestione delle sepolture. Per la sua importanza la città, che aveva il suo porto presso Pyrgi, è stata inserita nel 2014 tra i siti unesco. Tappa del Gran Tour ottocentesco, famosi autori come George Dennis ed Elizabeth Hamilton Gray le hanno dedicato pagine intense e disegni minuziosi e ai racconti di viaggio si sono affiancati, tra Ottocento e Novecento, numerosi studi storico-archeologici. Dal novero dei nomi consolidati in ambito accademico è tuttavia rimasto escluso il sacerdote Sabino De Nisco, "dottore in lettere" come si autodefinisce, formatosi a Napoli probabilmente sotto la guida del latinista e filologo Enrico Cocchia, i cui acuti e preziosi contributi alla conoscenza di Cere e Pyrgi, a discapito della qualità delle osservazioni, non compaiono nella letteratura scientifica su Cerveteri posteriore alla metà del xx secolo. In questo volume sono riproposte le due brevi pubblicazioni uscite a Napoli nel 1909 che De Nisco dedica alle origini della città e alla divinità del tempio di Pyrgi; nei due testi risultano evidenti la conoscenza diretta della realtà archeologica ceretana, la padronanza assoluta delle fonti letterarie unita alla solidità e alla autorevolezza delle argomentazioni, l'acuta intelligenza critica e un vivo senso della ricerca storica, con le quali l'autore giunge a sostenere l'origine terramaricola della città, allontanandosi dalla teoria di una fondazione a opera dei Pelasgi, e a ricondurre la divinità del tempio di Pyrgi a una figura squisitamente greca da identificare con Leucotea. Con questa riedizione si intende ricollocare gli scritti di De Nisco, dopo un secolo di oblio, accanto ai principali risultati della ricerca storico-archeologica su Cerveteri.