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Fu la Scuola di Elea di Parmenide con Empedocle di Agrigento, già nel V secolo a.C., a ritenere in maniera esplicita che la Terra fosse fatta di «quattro radici di tutto», il Fuoco, la Terra, l'Acqua e l'Aria, ciò che esattamente è esposto in questo libro. La prima parte del libro sulla terra nell'universo può considerarsi un'introduzione per non dimenticare qual è il nostro rapporto con il mondo celeste, mentre nel resto del libro sono presentati i fondamenti che ogni studioso deve possedere per poi potersi dedicare alla disciplina desiderata. La geografia fisica dunque come infrastruttura degli studi sulla natura e sulla distribuzione dei fenomeni naturali di tipo fisico, ben consapevoli che esiste anche un altro agente modellatore della superficie terrestre, l'Uomo che, con altre scienze, porta a scoprire e identificare la dimensione e la tipologia delle trasformazioni. L'uomo si pone così all'interno del ciclo di trasformazione delle quattro radici di tutto. La geografia fisica è quindi un campo indispensabile, consapevoli che essa è a un tempo un punto di arrivo ma anche di premessa allo studio sempre più approfondito della nostra terra.