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La "vecchia teoria dell'istinto" - scrive Alessandra Attanasio nella prefazione - ritiene l'istinto un meraviglioso, "perfetto" dono di Dio alle "creature animali", e la ragione un meraviglioso, "esclusivo" dono di Dio alle "creature umane". Darwin confuta questa teoria "teologica" con la teoria "scientifica" della selezione naturale, i cui punti dirompenti sono la confutazione dell'istinto come "perfetta sagacità" animale, e la confutazione della ragione come "esclusiva capacità" umana. La "nuova teoria dell'istinto" di Darwin, molto vicina agli studi odierni sulla "cognizione sociale", ricolloca gli istinti tra le strutture del "cervello", le "capacità mentali" e la "socialità" di tutte le specie. Istinti e ragione sono "forme miste" perfette e imperfette, prodotti biologici, sociali e culturali delle scelte passate delle specie. Successi e fallimenti sono parte integrante della lotta per la vita che la specie, umana e animale, intraprende nei diversi habitat determinando sopravvivenza o estinzione, vita o morte. È questa la legge della selezione naturale con cui Darwin disgrega il racconto della Creazione divina. Questo saggio, pubblicato per la prima volta in italiano, è parte di quel "lungo manoscritto" intitolato "La selezione naturale" rimasto inedito fino al 1975, quando la nipote di Darwin, Nora Darwin Barlow, lo fa trascrivere e pubblicare.