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Per molti aspetti, la neuroetica può essere considerata come esito non secondario del grande progetto darwiniano, quello che non sta solo nell'"Origine della specie", ma si respira anche in un altro capolavoro: "L'espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali". Comunque la si guardi, la neuroetica ha uno status duplice. Se da un lato essa appare un'etica delle neuroscienze, e dunque si occupa dei problemi tradizionali dell'etica tecnico-scientifica (come, ad esempio, i rischi e benefici delle nuove tecnologie in medicina), dall'altro essa è anche una neuroscienza dell'etica, poiché va diretta ai fondamenti del nostro pensiero (temi quali mente-corpo, autonomia, intenzionalità, personalità, diritti-doveri, e altri ancora). Nata in ambito strettamente neuroscientifico, e dunque a cavallo fra medicina, biologia e psicologia, la neuroetica ha rapidamente catalizzato l'attenzione di un crescente numero di filosofi, sociologi, giuristi, antropologi e studiosi dell'educazione, dell'informazione e della comunicazione. È interdisciplinare per definizione e ogni disciplina, nessuna esclusa, emergerà almeno in parte rinnovata da un "bagno neuroetico". Proprio avendo ben presente questa impostazione di fondo, si articolano i saggi che compongono questo volume, che appunto affrontano la neuroetica di volta in volta nei suoi aspetti filosofici, giuridici, sociali.