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I modi di apprendimento e di raccolta di informazioni sono cambiati. Ci siamo abituati a riceverle e cercarle navigando tra la marea di fonti oggi disponibili. Le nuove generazioni, è noto, hanno sviluppato abilità particolari a tessere la tela delle informazioni non in modo sequenziale, come il libro invece imponeva e impone, ma seguendo gli impulsi di una navigazione sfrenata e discontinua che però, ad un certo momento, per quella capacità di organizzare le nostre esperienze in sistemi e in modelli razionali che l'essere umano ha, porta a ridurre le informazioni a sistemi organici. II lessico, lo sappiamo, insieme alla grammatica è il componente fondamentale di una lingua. Ma oggi, dati i nuovi modi di acquisire conoscenza e data l'esigenza di disporre di strumenti adeguati nel mondo della comunicazione, il lessico ci viene e deve esserci presentato secondo sistemi diversi: si parte o si deve partire cioè da un'altra prospettiva. La domanda d'obbligo è dunque: come funziona il lessico? Come deve essere trattato? Quale approccio teorico bisogna seguire a livello lessicologico, per descriverlo nella sua interazione con tutto il sistema della lingua e, a livello lessicografico, per fornire strumenti descrittivi di consultazione? In questo contesto si pone in particolare il quesito di come esso deve essere descritto a livello teorico, come devono essere i dizionari futuri per rispondere ai cambiamenti e alle esigenze che verranno.