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«Una spaventosa grazia corre tra Azerbaigian e Italia. Le patrie di Nasimi e di Dante, di poeti che hanno vissuto la poesia come cammino, come viaggio e come avventura continuano a parlare la poesia come lingua viva e profonda dell'essere umano. Quando fui invitato a Baku a parlare di Imadaddin Nasimi mi si aprì un mondo. Non solo per i fiammeggianti e ironici grattacieli, in un oriente che quasi si diverte a travestirsi da occidente, e poi non solo per la lingua avvolgente, e le distese di color terra, o per le bellezze dei volti e delle opere stupefacenti d'arte e artigianato. Qualcosa in Azerbaigian chiama e innamora quasi con violenza. Qualcosa che sta più a fondo di ogni tesoro che vi si estrae. Più giù, vicino ai primi movimenti della creazione del mondo. Il viaggio a Baku, accompagnato dalla cortesia dell'Ambasciatore Augusto Massari, fu l'occasione per inventare questo scambio di poesia che prende luce ora, grazie al lavoro di tanti e, per quel che mi riguarda, grazie alla collaborazione preziosa della poetessa Isabella Serra...» (Dalla Prefazione di Davide Rondoni)