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"Questa potrebbe essere la storia di un mistero. O, per essere più precisi, la storia di un dolore misteriosamente rimosso e sostituito da qualcosa di puro e gioioso. Se fossi meno scettica, potrei persino definirla la storia di un miracolo. Ma i miracoli non avvengono. Non nella vita vera, almeno. Eppure proprio adesso, mentre scrivo, mi sembra di vedere Dadiji che sorride con l'aria di chi la sa lunga, arriccia il naso e mi da torto: "I miracoli accadono eccome. Tu stessa sei un miracolo. Da ancor prima di nascere". Dadiji però ci credeva nei miracoli, e nelle superstizioni e nelle maledizioni. Soprattutto, sapeva come farli avverare. Così questa potrebbe anche essere una storia sulla magia, e su come far avverare i miracoli. Ma c'è dell'altro. Perché, cosa più importante, ho imparato ad amare la mia gente e la terra che ci ha nutrito per secoli, e ho capito che amare vuoi dire essere liberi, non avere costrizioni. E allora questa può essere considerata anche una storia su come amano le donne. Così, forse, alla fine tutto acquisterà un senso. O forse non ne avrà affatto".