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Io, Tu, Noi. La poesia di Montale dagli Ossi di seppia a La bufera insegue l'immagine di queste tre persone testuali, nel tentativo di afferrarne la presenza per renderle salde e sicure nel tessuto del linguaggio. La rappresentazione delle persone montaliane si mostra al lettore, sebbene in forme di volta in volta diverse, con un'intensità che la distingue dai tanti temi che percorrono la scrittura di Montale: la loro natura indistinta le rende l'oggetto di una costante e mai riuscita messa a fuoco, l'ipostasi di un luogo alto che orienta la riflessione poetologica. Tale natura sfuggente giacché tutta mentale - fa delle persone montaliane il filtro prospettico attraverso il quale osservare la scrittura stessa, un vertice del pensiero che mette alla prova il sapere filosofico moderno e la lingua della tradizione letteraria. Lo studio che segue si propone di osservare le persone pronominali in un regime di pura finzione, presentandole nella loro natura di vuoti stampi, simulacri in grado di contenere ogni rappresentazione mentale che risponda al loro generalissimo status di pronomi: pure energie grammaticali colte nell'istante in cui esse prendono forma nel testo e diventano persone, forme plasmabili dalle quali prendono vita figure che durano quanto dura il testo, figure effimere, dunque, la cui persistenza coincide con il loro consumo da parte di chi legge.