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È un caso urgente, gli dicono. E il professore in pensione, ottantenne rivoluzionario e riconciliatore, fa la valigia. L'istituto di igiene mentale che ha diretto per vent'anni è ancora come lo ha lasciato: stesse stanze, stesse voci nei corridoi, stessa pace incrinata, all'ombra del muro di cinta; e anche qualche vecchio paziente da riconoscere con affetto amaro. Tutto com'era, serenamente illogico: un'elegia della demenza. Durante la sua permanenza accadono fatti gravi. Sei pazienti sgozzati. Sei pazienti e un gatto. Apparentemente nessun movente, nessuna logica. Un romanzo con tinte da noir psicologico che indaga le pieghe dell'animo umano e ci fa riflettere sulla difficoltà di tracciare una linea netta e definitiva tra sanità e follia.