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Con naturale propensione all'endecasillabo, Onofrio costruisce con Antebe un poemetto d'amore, anzi - come lo definisce nel sottotitolo - "romanzo d'amore in versi". Dove "romanzo" davvero potrebbe far pensare a una ispirazione-inseguimento petrarcheschi: non certo in termini di ambizione poetica, ma di suggestione costruttiva. Nel senso cioè che "costruire", qui, interessa, a Onofrio: niente è lasciato al caso, non una parola (va a cercarle, le parole, in qualche suo dizionario mentale stratificato e larghissimo: quasi con un atto di ribellione alla sciatteria dell'oralità).