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L'autrice si muove tra astrazione - con un sottile, persistente rimuginare che rielabora (anche onoricamente) i dati della realtà - e bisogno di concretezza. Le suggestioni che vengono dal paesaggio (spesso visto come in sogno) o dall'arte o dal mito vengono infine ricondotte a una "tangibilità" che le intensifica. La lingua scelta non è quella dell'oralità, ma ha una forte connotazione letteraria. Sembra echeggiare versi della tradizione; attinge a un vocabolario stratificato e prezioso. Molto è affidato, naturalmente, al suono; a giochi di assonanze, di giustapposizioni singolari, di cortocircuiti tra "significanti", oltre che "significati".