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"Nel taciuto la gioia", il decimo poemetto che Innocenza Scerrotta Samà pubblica nella collana Sagittaria, sembra rispondere a "Il peso del silenzio", pubblicato nel 2004, dove, come scrisse Giuseppe Panella, essa perseguiva "con un rigore unico, nella poesia attuale, gli aspetti frattalici della necessaria dualità che pone a confronto la precarietà del divenire con l'assolutezza dell'essere, sapendoli due poli di uno stesso dramma consumato nell'uomo sottoposto ai pesi contrastanti del silenzio e del tempo. In questo ultimo testo si assiste al coordinamento di un viaggio di chi vuole vincere le remore del tempo e farsi Voce di una umana palingenesi". Ora che con quella Voce ha esplicato e ricomposto tutte le pieghe e le piaghe della tensione edipica e dionisica fra l'Essere e il Divenire, la Poetessa approda alla concreta umanità dell'Indicibile, manifestato solitamente con epigrammi aforistici di natura sibillina dove il bene e il male, l'innocenza e la colpa, vengono incisi come in un cartiglio.