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La storia delle riviste letterarie si intreccia con quella degli uomini e spesso, salvo alcuni casi, finisce nel pozzo della dimenticanza, nonostante l'impegno e l'evidenza che in un determinato momento possano avere avuto. Giancarlo Bianchi, alla base del suo èlan mistico, pone la fede in queste trame di vita dove "l'amico è come ruga della fronte/nemmeno con la morte ti abbandona" (Carlo Galasso).Qui Bianchi compone in un unicum alcuni materiali inerenti la figura e l'opera di Adolfo Oxilia, sodale di Papini, fondatore della rivista "L'ultima" e conduttore per anni dell'associazione "La camerata dei poeti". Ne emerge un quaderno documentario e creativo che evidenzia con grande pudore e misura il senso di un rapporto, di come questo debba essere fatto di momenti di vita e di pensiero da trasformare in opera e progetto di opera. Magari altri, carte alla mano, andrà oltre il documento creativo, compilerà una monografia "scientifica" sul personaggio e il suo contesto, ma intanto la strenua difesa che Bianchi ha messo in atto per salvare alcuni oggetti e aggetti del segreto quotidiano dalla furia devastatrice di chi gestisce la ruspa del tempo.