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Poesie d'amore. E vivere e morire sono gli archi di opposti immaginati, vissuti, penetrati di eterno e di contingente - di contingente nulla o simile al nulla - che contaminano le gioie dell'esistenza, che pure ci sono, o le forme di bellezza verità sapienza che sfociano in un ottimismo benefico e salutare. L'elegia che regge l'ispirazione è intesa dantescamente come travaglio del divenire, a volte tragico o semplicemente triste, a volte dissonante e gravemente illusorio. Ma il vento è l'anima di questo intreccio sentimentale, è la testimonianza, la partecipazione, l'unione intima che coinvolge tutto l'uomo, il suo tempo umano, prima dell'eterno. Il senso misterioso della vita avvertito e subìto da Salvatore Quasimodo, Giovanni Raboni, Mario Luzi - per dire di alcuni - domina sentimento e immaginazione con un'accettazione dell'umano e con l'apertura all'Assoluto che è risposta alle inquietudini esistenziali, trama meravigliosa del divino nell'uomo. Così, semplici occasioni del quotidiano - affetti eventi nostalgie - salgono ad archetipi o si sviluppano per intuizione, in cui forte è l'impulso del cuore. Le poesie rendono omaggio al poeta sapiente, Edmond Jabès.